Come usare instantserver.io

Conoscete instantserver.io? Sì? Allora potete saltare direttamente alla descrizione su come stabilire un tunnel ssh SOCKSv5 e ridirigere tutti i protocolli che supportano tale metodo di tunneling (irc e http/s, ad esempio) attraverso questo canale.
Sapete già come instaurare questo tipo di connessione? Allora potete tranquillamente ignorare questo post 🙂

Instantserver.io

Dicevamo, instantserver.io. Il servizio in questione permette di lanciare un’istanza EC2 micro di Ubuntu 13.04 presso AWS, con la sola pressione di un bel bottone verde. Questa istanza sarà a nostra disposizione per un totale di 31 minuti in maniera gratuita, con la possibilità di estendere per altri 5 minuti, sempre gratuitamente, la nostra sessione. Qualora avessimo bisogno di più tempo, possiamo acquistare un’estensione, a pacchetti che partono da 4 us$ al giorno.

instantserver.io

Non appena avremo pigiato il bottone “Get a Free Server” ci verranno indicati i parametri utili per collegarci

parametri instantserver.io

Bene, ora, che cosa possiamo fare con questo server temporaneo? In giro si sono sentiti molti casi d’uso, dal test di repository PPA di ubuntu, da piccoli cloni istantanei di server web — bisogna essere svelti, però — fino a torrent daemon temporanei.
L’uso, secondo me, più immediato e proficuo è quello di usare questa istanza come destinazione di un tunnel ssh SOCKSv5 per bypassare eventuali filtri web o per anonimizzare, parzialmente, la navigazione web.
Vediamo come fare, con microsoft windows.

Tunnel ssh SOCKSv5 con PuTTY

Procuriamoci il software PuTTY al seguente indirizzo http://the.earth.li/~sgtatham/putty/latest/x86/putty.exe
Lanciamo l’eseguilbile putty.exe

putty screenshot

Inseriamo l’indirizzo IP dell’istanza ottenuta da instantserver.io, nel nostro caso 54.226.226.82, e selezioniamo nel menu category SSH.

putty screenshot

Qui scegliamo enable compression e il protocollo ssh 2.
Spostiamoci poi alla voce tunnels

putty screenshot

Qui dobbiamo inserire il numero di porta tcp nel campo Source Port (nell’esempio 9999, ma potete scegliere un numero alto a vostro piacimento) e nei radio buttons sottostanti, flaggare le opzioni auto e Dynamic. Per finire, applichiamo i settaggi cliccando su add e dovremmo ottenere una schermata simile a questa.

putty screenshot

Per finire il setup di PuTTY, ritorniamo su Session, diamo un nome tipo my ssh proxy a questa sessione, la salviamo con il pulsante save e clicchiamo su Open.

La schermata che ci verrà presentata sarà simile a questa:

screenshot

Clicchiamo su per inserire la chiave rsa del server nei nostri host conosciuti e, per finire, inseriamo le credenziali — per mantenere l’esempio sopra elencato, la nostra login sarà ubuntu e la password utn5bZu7 — al prompt di PuTTY.

shot putty

Da questo momento, saremo collegati alla nostra istanza su EC2 e potremo usare la shell remota, ma allo stesso tempo avremo instaurato un tunnel SOCKSv5 tra il nostro host e quello remoto attraverso la porta 9999. Vediamo quindi come configurare windows per instradare i protocolli http e https verso questa sock.

Configurare windows per utilizzare SOCKSv5

Dobbiamo ora fare in modo che la nostra navigazione web passi attraverso la sock che abbiamo appena instaurato.
Per fare questo, andiamo in pannello di controllo -> opzioni internet -> connessioni -> impostazioni lan flaggare server proxy e poi scegliere avanzate.
Nel campo socks inseriamo l’indirizzo di loopback 127.0.0.1, o il valore “localhost” e la porta 9999.

schermata

Abbiamo finito. Da questo momento, la navigazione web verrà instradata attraverso la sock, aggirando tutti i blocchi di eventuali firewall o filtri web e anonimizzando (parzialmente) la nostra sessione.

Per evitare di modificare i settaggi di sistema di windows, potremmo utilizzare Firefox, che dispone di un proprio setup per i server proxy, mantenendo quindi separata la navigazione attraverso sock da quella normale.

Fatemi sapere cosa ne pensate, la discussione è su G+, dal momento che ho disabilitato i commenti sul blog, per un motivo di obsolescenza del medium (magari parliamo anche di questo, perché no).

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